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Pars Today, 1° gennaio 2018
 
Iran: Quello che non si dice dei manifestanti di Lorestan
Redazione
 
Due giorni dopo le violenze che hanno segnato le manifestazioni sociali svoltesi in alcune città iraniane, e che hanno provocato la morte di due persone a Dorud (provincia di Lorestan), i primi risultati delle inchieste delle forze di sicurezza e di informazione forniscono i primi dati di conoscenza sui retroscena degli avvenimenti.
 
Il "lavoro" dei provocatori infiltratisi tra i manifestanti 
 
I responsabili del ministero iraniano dei servizi di informazione hanno indagato sul duplice omicidio di sabato sera a Dorud, una città posta nella provincia di Lorestan nell’ovest iraniano. Il governatore della provincia ha confermato la morte di queste due persone, precisando che le forze dell’ordine avevano avuto istruzione di disperdere i manifestanti senza ricorrere alla violenza. 
 
Sabato sera, a margine della manifestazione, alcuni elementi legati all’Organizzazione dei Moudjahidin-e Khalq (MEK) si sarebbero infiltrati tra i manifestanti. 
 
Questi elementi apparterrebbero ad un gruppo di una cinquantina di individui che operano da due settimane segretamente in diversi quartieri della città. Sabato, mentre le forze dell’ordine avevano avuto l’ordine di non intervenire, qualcuno di costoro ha attaccato un camion di pompieri costringendo l’autista a scendere. Quindi ha condotto il camion su di un pendio, mollandolo sulla discesa. Il veicolo è precipitato schiantandosi su una vettura parcheggiata sul bordo della strada con due passeggeri a bordo: un uomo e il figlio che sono rimasti schiacciati. 
 
Video : un camion dei pompieri si schianta su un’auto con due persone a bordo
 
 
Per i responsabili dei servizi di informazione di Lorestan, l'incidente ricorda i metodi terroristi utilizzati da Daesh in Francia, più specificamente a Nizza dove un camion trasformato in ariete è piombato il 14 luglio 2016 sulla folla, provocando la morte di 86 persone.
 
Domenica sera, il presidente Rohani ha commentato gli eventi di questi ultimi giorni, affermando che il diritto « costituzionale » di tutti gli Iraniani a manifestare il proprio malcontento dovrà essere rispettato, ma che c’è una netta differenza tra la violenza e le rivendicazioni sociali. L'infiltrazione di « elementi bene organizzati » ha peraltro dato luogo a scene di una violenza inaudita: in una di queste, un individuo tenta di attaccare le forze di polizia a colpi di coltello. 
 
video : un individuo armato di coltello attacca le forze dell’ordine 
 
 
Subito dopo I fatti, alcune persone sono state fermate a Dorud: « Nel corso degli interrogatori, i teppisti hanno riconosciuto di avere rapporti con la setta terrorista dei Moudjahidin-e Khalq (MEK) » , affermano ancora i responsabili della provincia di  Lorestan.
 
La setta dei Mujaheddin del popolo ha anche organizzato una manifestazione a Parigi nella banlieue parigina dove ha la sua roccaforte, chiedendo la solidarietà delle autorità francesi. Nella capitale francese, una quarantina dei suoi membri hanno manifestato sabato non lontano dall’ambasciata dell’Iran, scandendo slogan contro quello che definiscono « l’ingerenza iraniana in Siria e in Libano ». Le preoccupazioni economiche, le rivendicazioni salariali degli Iraniani figuravano solo molto marginalmente negli slogan del gruppo. 
 
La setta MDK compariva sulla lista europea delle organizzazioni terroriste fino al 2008 e sulla lista nera degli USA fino al 2012. A partire da questa data, e in conseguenza della guerra lanciata contro la Siria e l’Iraq per Daesh interposta, la setta ha ritrovato la sua grazia agli occhi degli Europei e degli Statunitensi. 
 
Maryam Rajavi, capo della setta dei MEK incontra a Riyadh Turki Fayçal, ex-capo dei Servizi Segreti sauditi ©VOA
 
Alla vigilia di una visita definita cruciale del presidente francese in Iran, gli Iraniani seguono da vicino e con estrema attenzione i movimenti dei MDK sul territorio francese.