Università di Kankan: gli studenti fanno sciopero

Le Diplomate, 4 aprile 2007


 

Da lunedì 2 aprile gli studenti dell’Università di Kankan hanno indetto uno sciopero illimitato. Decisione, ci riferisce uno studente del 4^ anno di fisica, che serve a denunciare le condizioni di vita e di studio che loro definiscono delle più disonorevoli per un’élite chiamata domani a dare il cambio.
Come i 400 studenti della cittadella universitaria di Labé, che sono recentemente scesi in piazza per protestare contro le loro condizioni di vita e di studio, gli studenti dell’Università Julius Nyerere di Kankan hanno, all’unanimità, proclamato per le stesse ragioni uno sciopero illimitato. Secondo uno scioperante, che Le Diplomate ha potuto raggiungere nel pomeriggio al telefono, questa istituzione superiore, che occupa il secondo posto come capacità di accoglienza dopo quella di Conakry, non ha oggi né latrine, né acqua, né elettricità. E non è tutto, aggiunge, tra le nostre rivendicazioni c’è anche la mancanza di professori. Perché, dice, i professori non vengono tutti i giorni o non vengono proprio. “Noi abbiamo accumulato molti ritardi a causa dei recenti scioperi che ci sono stati nel paese nei primi due mesi dell’anno. Allora ogni giorno che passa dovrebbe essere un’occasione per recuperare un po’ di questo ritardo”.

“L’acqua, l’elettricità e i professori, è il minimo che reclamiamo”, si lamenta. Questa precarietà di vita nell’Università Julius Nyerere di Kankan non è un caso isolato. L’Università “Generale Lansana Conté” di Sonfonia sta uscendo da un uguale calvario. E che dire della scuola superiore d’ingegneria di Foulayah à Kindia (135 km da Conakry), dell’istituto veterinario di Dalaba (335 km dalla capitale)? In tutti questi istituti di insegnamento superiore del paese, si apprende che gli studenti vivono in condizioni esecrabili.
Per evitare che questo sciopero non pesi a sua volta sullo svolgimento ordinario del programma annuale, le autorità universitarie di Kankan dovranno impegnarsi con urgenza a prendere più sul serio le rivendicazioni studentesche. In tutti i casi, a credere al nostro interlocutore, gli studenti sono decisi ad andare fino in fondo con le loro nobili rivendicazioni. Allora bisogna concludere che non sono pronti a riprendere i corsi.

Malick M. Bangoura

 

 

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