Guinea-Conakry: il punto di vista dei sindacati

“Tutta la regione dell’Africa dell’ovest non potrà conoscere stabilità politica, economica e sociale finché il presidente Lansana Conté resterà al potere in Guinea”. E’ la convinzione di Penda Ba Diallo, capo delle relazioni pubbliche, internazionali, di solidarietà e di azioni umanitarie dell’Unione sindacale dei lavoratori della Guinea (Ustg). La signora Penda Ba Diallo è convinta che nel suo paese si sta svolgendo a una vera insurrezione popolare. Secondo lei, l’esercito del presidente Conté, appoggiato dagli ex-ribelli della Sierra Leone, si prepara a massacrare il popolo che reclama il rispetto dei suoi diritti. “Si tratta dei diritti elementari e dei bisogni primari: la casa, l’acqua, un lavoro decente e giustamente remunerato. E dei diritti politici, perché da 23 anni le autorità politiche guineane non hanno mai cessato di reprimere e violare i diritti del popolo, riducendolo in uno stato di servitù. E’ per mettere fine a un tale avvilimento che i sindacati, unitariamente, hanno deciso di “risvegliare la coscienza dei guineani”. I guineani non hanno più fiducia nei politici e, prendendo coscienza della necessità di reclamare il rispetto dei loro diritti, sono scesi in piazza per gridare la loro esasperazione. “E’ un movimento spontaneo nato dalle numerose frustrazioni accumulate dal popolo guineano”.

La repressione non è altro che l’espressione della paura del regime e della paura di una certa oligarchia che vuole salvare i suoi privilegi minacciati. Ma, per Penda Ba Diallo, “la verità finirà per trionfare, perché non si può fermare la volontà popolare”. Tuttavia ella afferma di non comprendere “il silenzio eloquente” della Comunità economica dell’Africa dell’Ovest (CEDEAO) sulla violazione dei diritti dell’uomo in Guinea. I sindacalisti sono rintanati in luoghi non conosciuti dalle milizie del potere di Lansana Conté, non parlano per telefono, l’internet non funziona, rendendo la Guinea isolata dal resto del mondo.

Alioune Tine dell’ Incontro africano per la difesa dei diritti dell’uomo (Raddho) chiede la mobilitazione della comunità internazionale per mettere fine al regime dittatoriale di Lansana Conté.

Secondo Mody Guiro, segretario generale della Confederazione nazionale dei lavoratori del Senegal (Cnts), l’organizzazione internazionale dei sindacati ha già intrapreso delle iniziative per trovare soluzioni. Ma malauguratamente il presidente Conté non ha rispettato nessuno degli impegni presi. La nomina di un primo ministro che è un suo amico altro è stato che un sotterfugio per mantenersi al potere e seminare la confusione nel paese. I numerosi morti che si sono registrati “devono spingere la comunità internazionale ad assumere delle sanzioni contro il potere mafioso” di Lansana Conté.

Infine, secondo Penda Ba Diallo, il popolo esige oramai le dimissioni di Lansana Conté e della sua banda di mafiosi.
 
  
 
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