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ProfileCrisi siriana, febbraio 2016 - Il recente accordo tra USA e Russia in realtà non risolve nulla. Ma, nonostante sia ancora troppo presto per dire che “la Russia ha vinto in Siria”, penso che sia corretto dire che in Siria ha vinto la posizione Russa

 

sakeritalia, 24 febbraio 2016
 
 
Settimana venti dell’intervento militare russo in Siria: un cessate il fuoco e ancora un’altra enorme vittoria per la Russia
The saker
 
 
Il recente accordo tra USA e Russia in realtà non risolve nulla, non mette neanche fine alla guerra, ed entrambe le parti sono molto caute circa la sua futura realizzazione. Ma anche così, si tratta di una vittoria enorme per la Russia. Nonostante sia ancora troppo presto per dire che “la Russia ha vinto in Siria”, penso che sia corretto dire che in Siria ha vinto la posizione Russa. Ecco perché:
 
Primo: nessuno dice più che Assad verrà estromesso o Damasco presa. Che a sua volta significa che tutti adesso hanno riconosciuto che la Repubblica Araba Siriana sostenuta dalla Russia ha respinto con successo l’aggressione di una enorme coalizione anglosionista assemblata allo scopo di rovesciare Assad.
 
Secondo: la Russia ha costretto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e gli USA ad ammettere che la stragrande maggioranza di coloro che oggi combattono Assad sono terroristi. Naturalmente, ciò non è quanto è stato dichiarato, ma se si guarda alle organizzazioni che il Consiglio di Sicurezza ha già dichiarato essere ‘terroriste’ allora vi si vedrà l’assoluta maggioranza delle forze anti Assad. Questo vuol dire che la legittimità morale e legale delle forze anti Assad è stata ridotta a brandelli.
 
Terzo: qualunque cosa Erdogan provi a fare, ora ci sono chiari segni che né la NATO, né l’UE e ancora di meno gli alti comandi dell’esercito turco vogliono una guerra con la Russia. E questo significa che Erdogan ha perso la sua scommessa e la sua intera politica in Siria è defunta. Si pensi che in seguito al proditorio abbattimento del Su-24 russo, il Cremlino ha avuto come obiettivo della propria politica quello di “Saakashvilizzare” Erdogan. Quest’obiettivo è quasi giunto a compimento, e il futuro di Erdogan a questo punto sembra davvero triste: tutti (tranne forse i Sauditi) sono stufi di questo maniaco. La cosa migliore che possa accadere alla Turchia adesso è che i militari si liberino di Erdogan e lo sostituiscano con qualcuno che ripari ai danni che ha fatto.
 
Quarto: tutte le minacce di imporre una no-fly zone o di occupare la Siria oggi sono state invalidate da un accordo che fondamentalmente dichiara che chiunque non rispetti il cessate il fuoco è un obiettivo legittimo di azioni militari volte alla sua distruzione.
 
Quinto: gli USA hanno dovuto accettare l’umiliazione di dover sottostare a tutte le condizioni poste dalla Russia per arrivare al cessate il fuoco in corso. Sì, certo, gli USA possono, e probabilmente tenteranno di rinnegare in parte, o del tutto l’accordo, ma è stato stabilito il precedente e sarà molto difficile, se non impossibile per gli USA tornare alle politiche pre-2016.
 
Sesto: qualcuno ricorda ancora la retorica di Hilary Clinton riguarda alla Siria e alla Russia? La sua posizione era cristallina: Assad deve andarsene e quelli che lo sostengono devono essere “puniti”. Perfino dopo l’inizio dell’offensiva militare russa, gli USA rifiutavano di dire ai Russi dove fossero i “terroristi buoni” e dove i “terroristi cattivi”. Nessuno scambio di informazioni coi Russi era accettabile. Adesso gli Americani hanno dovuto accettare di lavorare con i Russi a una mappa della Siria che mostra dove sono posizionati quelli che partecipano al cessate il fuoco e quelli che non vi partecipano. In altre parole, gli USA adesso devono condividere con la Russia tutte le informazioni che prima rifiutavano, e lavorare quotidianamente a fianco dei Russi.
 
Settimo: la Russia ha praticamente cooptato il cosiddetto “Esercito Libero Siriano”. Come? Fondamentalmente costringendo tutte le fazioni in Siria a scegliere tra uno dei due possibili status: quello di “terrorista” (quindi un obiettivo che può essere giustamente distrutto) o essere un partecipante ad un processo politico completamente progettato dalla Russia.  I Russi adesso apriranno addirittura un “Centro per la Tregua” nella base aerea di Khmenin vicino Latakia, che “offrirà assistenza” a tutte le parti coinvolte nel cessate il fuoco.
 
Il nuovo volto della diplomazia russa
 
Questa, al presente è principalmente una vittoria diplomatica, naturalmente, ma una vittoria diplomatica russa, resa possibile dalla vittoria militare russa. Un piccolo contingente militare russo ha sostanzialmente neutralizzato i piani di un intero Impero mondiale. Già da solo, questo è un risultato strabiliante.
 
Gli altri grandi vincitori qui, a parer mio, sono i Curdi che, secondo ufficiali britannici, sembra coordinino le loro operazioni militari con l’esercito siriano e le Forze Aerospaziali Russe, e che potrebbero persino vedere realizzato il sogno di congiungere le regioni irachena e siriana del Kurdistan. Che è più o meno la realizzazione del peggior incubo dei Turchi, da cui deriva il rischio residuo di un’operazione militare turca, apparentemente finalizzata a creare una ‘zona cuscinetto’, ma utile in realtà a salvare la faccia. Questo tipo di intervento sarà una possibilità fin quando i Turchi potranno sperare di commettere un’aggressione nei confronti dei loro vicini sotto la protezione della NATO e degli USA. E questo non cambierà in futuro.
 
E poi ci sono i Sauditi. Che sono tanto, tanto arrabbiati. Sono arrabbiati al punto di fare minacce pochissimo velate circa l’uso di armi nucleari contro i loro avversari. Guardate voi stessi:
 
 
In effetti, visto che il Pakistan ha la Bomba, io non trascurerei le affermazioni dei Sauditi riguardo al possesso di un certo quantitativo di armi nucleari. Ma questo cosa vuol dire davvero?
 
Assolutamente nulla.
 
E’ nelle possibilità che i Sauditi abbiano il know how per un’arma nucleare. Ed è anche possibile che abbiano per le mani abbastanza materiale nucleare per alcune bombe. Possono essere persino riusciti ad acquistarne alcune dai Pakistani o dagli Israeliani. Ma anche se ciò fosse vero, la realtà è che i Sauditi non hanno neanche la capacità militare per battere il più povero dei paesi arabi nel pianeta (lo Yemen) e che sicuramente non saranno in grado di utilizzare le loro armi nucleari in modo da trarne vantaggio dal punto di vista strategico. Dopo tutto, di cosa stiamo parlando? Di usare armi nucleari contro l’esercito siriano? Contri l’Iran? Contro la Russia? E’ assolutamente ridicolo. La verità è che qualunque capacità nucleare i Sauditi possano avere o non avere, il fatto che minaccino l’uso di armi nucleari è solo un segnale di debolezza e paura, non di forza. Per questo nessuno è rimasto impressionato da queste dichiarazioni, ancor meno i presunti obiettivi di tali minacce.
 
Anche se corrisponde abbastanza al vero che quest’ultimo accordo tra USA e Russia non segna la fine della guerra in Siria, è di sicuro un punto di svolta, una sorta di Trattato di Minsk-2 che nessuno vuole realmente rispettare, ma che mette il sigillo alla sconfitta dei piani anglosionisti in Siria così come Minsk-2 ha significato la sconfitta del sogno ukronazista.
 
Il tempo adesso è dalla parte dei Russi/Siriani. Ogni giorno che passa la task force russa in Siria diventa sempre più potente, come lo diventano le Forze Armate Siriane. Questo, di per sé, non sarà sufficiente a sconfiggere Daesh, e potremo aspettarci una dura resistenza dai folli takfiri, ma la scritta è lì sul muro perché la vedano tutti: più i Russi e gli Americani saranno direttamente e congiuntamente coinvolti, meno Turchia e Arabia Saudita saranno in grado di determinare l’esito della guerra. In altre parole, anche se questa è ben lontana da essere la fine di Daesh, è la fine di Daesh in Siria.
 
Ancora una volta le previsioni dei pessimisti e dei nemici di Putin si sono mostrate errate. Ad essere onesti, anche le mie: non avrei mai creduto che i Russi avrebbero potuto ottenere così tanto con così poco, e che sarebbero riusciti a venire fuori da vincitori in una scommessa così azzardata. Solo una combinazione estremamente abile di mezzi militari, economici, diplomatici e politici avrebbe potuto garantire un risultato così eccezionale, ma Putin, apparentemente, ha trovato questa miscela perfetta. Il cammino che resta è ancora estremamente pericoloso, certo, ma il risultato di queste venti settimane di intervento militare in Russia è a dir poco notevole.