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ProfileCrisi siriana, febbraio 2016 - La settimana scorsa non ha visto attenuarsi l’aspro confronto fra Turchia e Russia sul problema siriano. Mentre la posizione della Russia è semplice, siamo pronti a combattere, quella turca è molto più ambigua: dice una cosa, poi l’opposto e poi ancora altro

 

saker italia, 20 febbraio 2016
 
Diciannovesima settimana dell’intervento russo in Siria: la Russia userebbe le atomiche tattiche per difendere Khmeimim?
 
The saker
 
La settimana scorsa non ha visto attenuarsi l’aspro confronto fra Turchia e Russia sul problema siriano. Mentre la posizione della Russia è semplice, siamo pronti a combattere, quella turca è molto più ambigua: i politici turchi dicono una cosa, poi l’opposto e poi ancora qualcos’altro. Qualche volta fanno sembrare che un’invasione turca sia imminente, e qualche altra dicono “la Turchia non pensa a nessuna invasione unilaterale“. Dal momento però che un’invasione della Turchia, autorizzata dalle Nazioni Unite, non potrebbe mai avvenire, questo significa che ci potrebbe essere un “coalizione dei volenterosi”, probabilmente chiamata NATO. Il problema è che l’Europa non ha nessuna voglia di ritrovarsi in guerra con la Russia. Contemporaneamente, Stati Uniti e Francia hanno rifiutato di far votare una dichiarazione dell’ONU che avrebbe riaffermato la sovranità della Siria. Si, proprio così. Sembra che Stati Uniti e Francia ritengano che la Carta delle Nazioni Unite (che ribadisce il diritto di ogni nazione alla propria sovranità) non si applichi alla Siria. Vai a capire…
 
 
Ci sono continue voci sul fatto che i vertici militari turchi si oppongano ad ogni attacco alla Siria e che non vogliano assolutamente essere coinvolti in una guerra contro la Russia. Non li critico neanche un po’, perché essi capiscono perfettamente due semplici cose: primo, alla Turchia non serve una guerra, solo Erdogan ne ha bisogno; secondo: quando la Turchia sarà stata sconfitta, Erdogan incolperà i militari. Anche all’interno degli Stati Uniti ci sono segnali di disaccordo sulle prospettive di una simile guerra, con i Neoconservatori che sostengono Erdogan e lo spingono al confronto militare, proprio come avevano fatto con Saakashvili, mentre Casa Bianca e Foggy Bottom [quartiere di Washington, dove è situato il Dipartimento di Stato – NdT] dicono ad Erdogan di “darsi una calmata”. Per quanto riguarda poi gli stessi Turchi, questi hanno cannoneggiato postazioni curde e siriane al di là della frontiera e, almeno in due occasioni, piccoli contingenti di truppe sono stati visti attraversare il confine.
 
Da un punto di vista strettamente militare non ha assolutamente senso per i Turchi ammassarsi al confine, dichiarare un’invasione e poi fermarsi, cannoneggiare un po’ e poi inviare qualche piccola unità al di là del confine. Quello che i Turchi avrebbero dovuto fare era incominciare ad aumentare, in segreto, il livello di preparazione al combattimento delle loro truppe e poi attaccare appena i Russi avessero scoperto i loro preparativi, anche se questo avrebbe significato iniziare le operazioni belliche prima del completamento della mobilitazione. I vantaggi di un attacco di sorpresa sono però così importanti che vanno raggiunti mettendo da parte ogni altra considerazione. I Turchi hanno fatto esattamente il contrario: hanno pubblicizzato la loro intenzione di invadere e, quando le loro truppe erano pronte, le hanno fermate al confine e hanno incominciato a rilasciare dichiarazioni contraddittorie. Questo non ha assolutamente senso.
 
Quello che complica ulteriormente questa già caotica situazione è che Erdogan è chiaramente pazzo, e c’è la possibilità che un serio contrasto sia in corso fra i leaders politici turchi e i militari.
 
Inoltre, sembra che non corra buon sangue fra gli Stati Uniti ed il regime di Erdogan. La cose sono arrivate a un punto tale, che il consigliere particolare di Erdogan, Seref Malkoc, ha detto che la Turchia potrebbe negare agli Stati Uniti l’uso della base aerea di Incirlik per gli attacchi all’ISIL se gli Stati Uniti si rifiutassero di definire lo YPG un gruppo terrorista. Erdogan ha poi negato questa dichiarazione, ma rimane il fatto che i Turchi stanno ora ricattando direttamente gli Stati Uniti. Se Erdogan e i suoi consiglieri pensano seriamente di poter ricattare pubblicamente una superpotenza come gli Stati Uniti, allora vuol dire che hanno i giorni contati. Come minimo, questo tipo di risposte scoordinate dimostra che i Turchi stanno crollando per gli effetti della tensione che essi stessi hanno creato.
 
Comunque, il fatto che la Turchia non abbia ancora dato il via all’invasione è un piccolissimo segno che forse, e proprio solo forse, i Turchi hanno deciso di rinunciare a questa pazza avventura o che vogliono limitarsi ad una mini-invasione, solo qualche chilometro oltre il confine. I militari preferirebbero probabilmente quest’ultima opzione, unicamente per salvare la faccia, ma che dire di Erdogan e degli squilibrati che lo circondano?
 
Potrebbe essere che i militari si rendano conto che la nazione è governata da un pazzo e prendano provvedimenti?
 
In ogni caso, i Russi hanno deciso di non correre rischi e hanno allertato al massimo tutte le loro forze. Hanno fatto arrivare, senza nasconderlo affatto, un Tu-214R, il loro più moderno aereo ISR (Intelligence Surveillance Reconnaissance). Potete immaginare il Tu-214R come un “AWACS per il terreno”, il tipo di aereo che si usa per tenere sotto controllo un grosso campo di battaglia (i normali A-50M stanno già monitorando regolarmente lo spazio aereo siriano). Nel sud della Russia, le Forze Aerospaziali hanno compiuto esercitazioni su larga scala che hanno coinvolto un gran numero di quegli aerei che verrebbero usati in un conflitto con la Turchia: i SU-34. Le Truppe Aviotrasportate sono pronte. Le unità navali al largo delle coste siriane sono state aumentate, e il trasporto di armi e munizioni velocizzato. La conclusione è semplice e ovvia: i Russi non minacciano, si preparano alla guerra. Infatti, adesso sono pronti.
 
Tutto questo porta ad un interrogativo abbastanza importante: cosa farebbero i Russi se il loro contingente militare in Siria, ancora relativamente piccolo, venisse attaccato e sopraffatto dai Turchi? I Russi, userebbero le armi atomiche?
 
Solo un giornalista, Robert Parry, ha scritto quanto segue: “Una fonte, vicina al Presidente Russo Vladimir Putin, mi ha riferito che i Russi hanno ammonito il Presidente Turco Recep Tayyip Erdogan che Mosca è pronta ad usare le armi nucleari tattiche, se necessario, per porre in salvo le proprie truppe nel caso di un violento attacco turco-saudita”. E’ veramente possibile una cosa del genere? I Russi userebbero veramente le armi atomiche se le cose si mettessero male in Siria?
 
La dottrina militare russa è molto chiara sull’uso delle armi atomiche da parte della Russia. Questo è il paragrafo più importante:
 
    27. La Federazione Russa si riserva il diritto di usare le armi nucleari come risposta all’uso contro di essa e (o) dei suoi alleati di armi nucleari o di distruzione di massa, come anche nel caso di aggressioni contro la Federazione Russa con l’impiego di armi convenzionali, nella misura in cui esse potrebbero minacciare la sua stessa esistenza come Stato. La decisione di usare le armi atomiche è presa dal Presidente della Federazione Russa.
 
Qui non c’è ambiguità. A meno che la Russia non venga minacciata come Stato, non userà le armi atomiche. Qualcuno, senza dubbio, dirà che la dottrina militare ufficiale è una cosa, ma la realtà siriana è un’altra e, se i Turchi dovessero invadere Khmeimim, la Russia non avrebbe altra opzione se non quella di usare l’atomica. In questo tipo di logica c’è un precedente: quando gli Stati Uniti avevano schierato l’82^ Aviotrasportata in Arabia Saudita in preparazione all’operazione Desert Shield, il Pentagono si era reso conto che, se un contingente iracheno di grosse dimensioni avesse invaso l’Arabia Saudita, l’82^ sarebbe stata annientata. Si pensava che l’aviazione e la marina sarebbero state in grado di effettuare tutte le missioni aeree necessarie per fermare l’avanzata irachena, ma, in caso contrario, era chiaro che si sarebbero usate le atomiche tattiche. La situazione in Siria è diversa.
 
Intanto, il contingente russo in Siria non è un’unità di prima linea, come era l’82° in Iraq. Il terreno e le forze nemiche sono anch’esse assai diverse. Secondo, le forze russe in Siria possono far conto sul volume di fuoco e sul supporto della flotta russa nel Caspio e nel Mediterraneo e delle Forze Aerospaziali Russe della Russia vera e propria. Ultimo, ma non meno importante, i Russi possono contare sull’aiuto dell’esercito siriano, delle truppe iraniane, di Hezbollah e, probabilmente, dei Curdi siriani che stanno ora entrando apertamente a far parte dell’alleanza 4+1 (Russia, Siria, Iran, Hezbollah), facendola diventare, credo, una 4+2.
 
C’è un’importante caratteristica in questa alleanza 4+2 che dovrebbe veramente fornire ai Turchi un grosso incentivo ad essere molto cauti prima di intraprendere una qualsiasi azione: tutti i membri di questa alleanza 4+2 hanno una grande esperienza militare, assai migliore di quella dell’esercito turco. L’esercito turco attuale è molto simile a quello israeliano del 2006, ha una grande esperienza nel terrorizzare i civili, ma non è addestrato ad affrontare una guerra “vera”. C’è il grosso rischio per i Turchi che, se decidessero veramente di invadere la Siria, si troverebbero a dover affrontare la stessa odissea che ebbero gli Israeliani durante l’invasione del Libano nel 2006.
 
Intanto le truppe siriane, appoggiate dai Russi stanno ancora avanzando. Dall’inizio della loro controffensiva, i Siriani sono riusciti a riprendere, passo dopo passo, tutte le località strategiche della Siria occidentale ed ora si stanno avvicinando a Raqqa. Guardate qui:
 
 
La conclusione è questa: Le dimensioni e le potenzialità del contingente russo in Siria sono cresciute e il livello di collaborazione fra i partecipanti all’alleanza 4+2 è aumentato. Aggiungeteci la possibilità di schierare a Latakia un reggimento aviotrasportato (e completamente motorizzato), se necessario, e comincerete a capire perchè sarebbe un grosso rischio per i Turchi attaccare le forze russe, anche se la Russia non minacciasse di utilizzare le atomiche tattiche. Infatti, non vedo nessun possibile scenario, che non sia un massiccio attacco di Stati Uniti e NATO, in cui la Russia userebbe le sue armi nucleari tattiche.
 
Francamente però, questa situazione è ben lungi dall’essere risolta. Non è una coincidenza che, proprio quando stava per entrare in vigore un cessate il fuoco, due attacchi terroristici in Turchia sono a stati attribuiti, in maniera ma guarda un po’, così conveniente, ai Curdi. Sembra proprio che qualcuno stia cercando con tutte le forze di mettere la Turchia in rotta di collisione con la Russia, vero?
 
Fare previsioni su quello che faranno i Turchi e i loro amici sauditi, non ha senso. Abbiamo chiaramente a che fare con due regimi che stanno “perdendo il controllo”: se la prendono con tutti (compresi i lori sponsor americani), sono terrorizzati dalle loro stesse minoranze (Curdi e Sciiti) e la loro propensione alla violenza e al terrore è bilanciata solo dalla loro incapacità militare. Non vi ricorda nulla tutto questo?
 
Naturalmente! Gli Ukronazi calzano a pennello. E immaginate un po’, adesso questi  sognano di formare un’alleanza anti-russa insieme ai Turchi. Stupefacente, vero? Pensate solo come potrebbe essere un’alleanza ucraino-turco-saudita: una vera e propria cosca di banditi islamo-fascisti che combina odioso fanatismo, corruzione, violenza, perfido nazionalismo e incompetenza militare. Un miscuglio veramente tossico, ma non di certo fattibile.