Siria, aprile 2012 - La destabilizzazione della Siria entra nel quadro del progetto di smembramento del mondo arabo su basi etniche, tribali o confessionali, ispirato dal Piano Yinon del 1982. Nel suo caso si prevede di ricostituire le federazioni del tempo del mandato francese, create dal generale Gouraud nel 1920, vale a dire gli Stati di Damasco, Aleppo, Alauiti e Drusi, che furono un fallimento (nella foto, Kofi Annan)





Le prove del complotto contro la Siria: le alleanze, la stampa mainstream, Kofi Annan e l’OSDH
Djerrad Amar


Per mettere in esecuzione il progetto americano-arabo-sionista in Medio Oriente, la stampa e le agenzie di informazione sono state trasformate in strumenti di guerra per creare divisione e caos. Vengono chiamati i media mainstream, mandati ormai in prima linea al fronte, per sostenete la politica delle “cannoniere”, attualmente “portaerei”, per servire gli interessi economici e geo-strategici occidentali.


Nel caso della Siria – come per l’Iraq, la Libia ed altri – si tratta di ingannare, demonizzare, allo scopo di eliminarlo, il “regime di Bachar El Assad”, che ostacola la loro strategia di dominio. La destabilizzazione di questo paese entra nel quadro del progetto di smembramento del mondo arabo su basi etniche, tribali o confessionali, ispirato dal Piano Yinon del 1982. Nel suo caso si prevede di ricostituire le federazioni del tempo del mandato francese, create dal generale Gouraud nel 1920, vale a dire gli Stati di Damasco, Aleppo, Alauiti e Drusi, che furono un fallimento.
 
Di conseguenza tutti i mezzi, anche i più abietti, sono permessi per raggiungere questo obiettivo. La disinformazione costituisce il metodo terribile per manipolare le coscienze. Tutti i loro articoli, reportage, rendiconti e “info” ci svelano, ogni giorno di più, i dettagli e i segreti della loro cospirazione.


La Siria, paese della resistenza contro il sionismo e l’egemonia USA, è dunque bene immunizzata, dalla propria esperienza, nei confronti della manipolazione e della sovversione, tanto più che gli obiettivi dei nemici sono chiari e dichiarati e i loro mezzi individuati. Il suo esercito è forte e coerente, il popolo unito e istruito. Come si può dunque credere di poter fregare questo paese dalla storia ricca e continua, soprattutto da parte di paesi fasulli, detti “arabi”, le cui popolazioni erano, ancora il secolo scorso, solo delle tribù nomadi senza punti di riferimento.


Dopo avere utilizzato, senza successo, ogni possibile astuzia, eccoli usare la loro ultima carta politica prima del suono della campana che annuncerà il fallimento di ogni loro strategia in questa regione ed oltre.


La missione di Kofi Annan, abbiamo detto in un’altra occasione, non è che l’espressione del fallimento dei loro progetti nel Medio Oriente contro il baluardo di Damasco – che costituiva una tappa decisiva che ha come obiettivo l’influenza crescente dell’Iran (alleato della Siria) che disturba i loro piani geo-strategici per spezzare l’asse Cina-Russia-Iran, organizzati nel blocco denominato BRICS – certamente l’ultimo tentativo/tattica per giustificare la necessità di “andare in soccorso dei civili” con un intervento militare internazionale legalizzato dall’ONU. L’ultimo, dopo che quello della “Lega araba” era fallito a vantaggio della Siria.


Prima ancora dell’arrivo degli osservatori, questa volta dell’ONU, rieccoli con le stesse spudorate menzogne e furberie tentare di subornare e influenzare questi nuovi testimoni fissando in anticipo le loro probabilità di successo al 3% - e l’insuccesso, come convenuto, sarà imputato al “regime di Bachar” e non ai “rivoluzionari pacifisti” - riportando in maniera parziale le parole di Kofi Annan per dare l’impressione che la missione faccia dei rilievi solo al governo siriano, giustificando il penoso fallimento del nuovo invito a manifestare con la brutalità dei servizi di repressione, annunciando che “almeno sette persone hanno trovato la morte nel corso delle manifestazioni…”. Queste persone sono invece vittime dei loro stessi attentati che continuano, nonostante la tregua, nelle città di Hama, Idlib, Deraa, Halab e nei dintorni di Damasco, dove si registrano decine di attentati e assassini ai danni di agenti di polizia e cittadini. L’ultima missione degli osservatori della “Lega araba” ha fallito di fronte alle pressioni e ai tentativi di far loro dire ciò che essi dichiarano di non aver visto, vale a dire “i massacri della popolazione da parte dell’esercito”, avendo invece constatato ciò che gli americano-arabi-sionisti non vogliono che il mondo sappia, vale a dire “il massacro di civili (uomini, donne e bambini), di poliziotti, di militari, di intellettuali, di uomini di culto, oltre alla distruzione delle infrastrutture economiche, sociali, culturali e sanitarie” da parte di “gruppi armati” e organizzati dai loro vassalli arabi: il Qatar, l’Arabia Saudita e la Turchia. E come programmato, secondo i loro media, sarà sempre il “regime” ad essere colpevole, attraverso il suo esercito che continua a “uccidere i civili pacifici”.


Ma il mondo ha già tutto visto e sentito! I loro falsi discorsi, le decine di filmati che mostrano bene i gruppi armati impegnati nelle loro azioni macabre, le immagini e i fatti manipolati, soprattutto da Al Jazeera, CNN, Alarabia, France 24, BBC arabic e Orient News, che le piccole televisioni siriane non cessano, tutti i giorni, di mettere a nudo con prove ed una professionalità eccezionale! Le prove visive che queste televisioni presentano sono di una credibilità e una persuasione da non lasciare alcun dubbio, gettando i grandi media internazionali nello sconforto. E’ infatti difficile, se non impossibile, addurre il minimo argomento per salvare “l’onore e la credibilità”, quando si mostrano i “loro” giornalisti/reporter dirigere gli “attori” in delle messe in scena che saranno poi trasmesse come fatti realmente accaduti. La scappatoia di citare come fonte l’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo (OSDH), con sede a Londra, che fornisce informazioni a molti media occidentali, è un altro grosso imbroglio che i media conoscono perfettamente come un artificio. Questo OSDH, che non esiste da nessun’altra parte, è stato creato dalla CIA per necessità strategiche. Secondo Alexandre Loukachevitch, il portavoce del ministero russo degli Affari esteri, questo osservatorio è costituito da due sole persone: il direttore e il suo segretario-interprete. E’ diretto da un certo Rami Abdel Rahmane, che “non possiede né formazione giornalistica né giuridica e neppure  istruzione secondaria”. Nel corso di un’intervista accordata ai media nel novembre scorso, ha rivelato che questo Rami “risiedeva permanentemente a Londra, era cittadino inglese ed esercitava il mestiere di imprenditore (proprietario di uno snack bar)”. Loukachevitch sottolinea anche che gli operatori dell’OSDH evitano ogni contatto coi diplomatici russi.


Malauguratamente numerosi media, che fanno opinione soprattutto nei paesi arabi, si sono trasformati in megafoni della loro propaganda ripetendo, come pappagalli, le loro informazioni: anche se servono gli interessi del loro paese, in più pagando. Che abbrutimento!


Anche per la missione di Annan/ONU, gli Stati Uniti – questi arroganti che disprezzano il mondo mettendo la legge sotto i piedi – e i loro vassalli arabi faranno di tutto per far fallire questa missione, perché, da una parte, non è stata fornita alcuna garanzia ad Annan ed alla Siria che non si riproduca il medesimo scenario della missione della Lega e, d’altra parte, perché il loro obiettivo strategico resta sempre la “caduta del regime”, che costituisce la condizione sine qua non per la dominazione sionista della regione.


A nostro avviso, l’obiettivo perseguito, per Annan interposto, è di guadagnare tempo con questa tattica “eliminazione/ricostituzione” dei gruppi per far credere ad una persistenza della crisi a causa della resistenza del “popolo” di fronte alla repressione dell’esercito di Bachar, sperando così di far fallire le profonde riforme, politiche ed economiche, avviate dal governo siriano. Riforme del cui contagio le monarchie del Golfo hanno timore, contrariamente agli auspici che esse sbandierano, perfidamente, di “democratizzazione “ della Siria.


Ma la contro-tattica siriana – sostenuta soprattutto dalla Russia, la Cina, l’Iran ed altri – consiste nell’accettare il piano in sei punti proposto da Anna/ONU facendo ammettere una “condizione” che è logica e ragionevole: “Sì alla tregua sotto il controllo dell’ONU”, domandandosi quale è l’opinione “dell’altra parte”. Questa è la trappola davanti alla quale si trovano i cospiratori. Se c’è un appello alla tregua, vuol dire che le due parti sono armate e che devono accettarla tutti e due. Sarebbe irrazionale esigerla da una e non dall’altra. Via!


MA QUALE E’ L’ALTRA PARTE?


I gruppi armati e i terroristi? Gli USA? Il Qatar? L’Arabia Saudita? La Turchia? Tutti? I primi, che sono uno strumento che obbedisce a degli ordini, li si può escludere. Restano gli altri. Ma il loro problema è che qualsiasi garanzia da essi offerta supporrebbe una conferma del fatto che sono loro i mandanti del dramma siriano e che questo non è affatto una “sollevazione spontanea” di un popolo che “reclama i suoi diritti legittimi”. Confermerebbe inoltre che si tratta di un “complotto e di una manipolazione estera” contro uno Stato sovrano; dando di colpo ragione al governo siriano che continua a gridarlo e a fornirne prova! Succederebbe così che tutta la loro strategia crollerebbe; per lungo tempo! Quindi non si pronunceranno mai! Essi sono proprio, come dicono gli Algerini, nella situazione in cui “da un lato è caldissimo, dall’altro si brucia”.


La soluzione deve dunque venire dai gruppi armati, che bisogna convincere che sono oggetto di un complotto in via di fallimento, che la loro ostinazione li condurrà al suicidio da parte di una presenza militare dissuasiva e determinata che, da una parte, aspetta solo l’ordine di attaccarli e, dall’altra, presta ad essi serie assicurazioni sulla loro sorte se decidessero di arrendersi. Si sono già visti centinaia di elementi che compongono questi gruppi consegnarsi, senza condizioni, ai servizi di sicurezza siriani con le loro armi e le loro informazioni. D’altra parte la maggior parte delle armi e del materiale sofisticato fornito ai “gruppi armati” è già stato recuperato dall’esercito siriano.


Sarà estremamente difficile per i congiurati ricostituire le reti che hanno richiesto, per essere realizzate, tempo, pazienza, piani, tattiche, reclutamenti e molto denaro. Di qui il profondo turbamento che essi manifestano con i loro “amici della Siria” versione III, la loro persistenza in menzogne ancora più sceme, le loro dichiarazioni stupide e funeste che condannano la ragione e il Diritto internazionale, i loro noiosi pasticci; comportamenti irragionevoli e insensati che non riusciranno mai a ottenere le auspicate risoluzioni ONU.


Anche se il piano ONU/Annan dovesse fallire, ciò accadrà, come per quello della “Lega”, a vantaggio della Siria e meglio! Sorpresa dell’ultimo minuto, il Segretario Generale della Lega araba, Nabil El Arabi, ha appena fatto una virata di 180° dichiarando che “nessun paese è disposto a partecipare ad un intervento militare in Siria”. Tutti mostrano una reticenza verso questa opzione che ha creato un caos indescrivibile in Libia.


Il fallimento del complotto contro la Siria è consumato! Le condizioni di ieri per il dialogo non sono più le stesse di oggi; quelle di domani non saranno più le stesse di oggi.


Un aneddoto: Discussione tra un vecchio saggio fellah algerino e suo figlio che non ha capito questa “crisi siriana”, dal momento che non ascolta altro se non “dittatore Bachar”, “repressione del regime”, “massacro di civili da parte dell’esercito”, ecc.


Il vecchio chiede: Chi è schierato chiaramente contro la Siria? Il figlio risponde: Gli USA, l’Inghilterra, la Francia, Israele, la Turchia, l’Arabia Saudita e il Qatar. Il vecchio: Chi è schierato chiaramente per la Siria? Il figlio risponde: la Russia, la Cina, l’Iran, l’Iraq, il Venezuela, gli Hezbollah, Hamas palestinese, i.. il vecchio lo interrompe esclamando: “Ebbene le cose sono chiare e la scelta di campo evidente, no? Ricordati della Libia!”


Terminiamo ricordando che le potenze detentrici del Grande Capitale trovano sempre nei paesi meno potenti, piuttosto che a casa loro, le soluzioni alle loro multiformi crisi, fomentando guerre, facendo cadere dei regimi, assassinando delle personalità fastidiose. Per far accettare decisioni impopolari, occorre preparare l’opinione pubblica ponendola sotto pressione “di conformità” da parte dei mass media. Di qui l’invenzione del “falso flag” (parola inglese che significa “bandiera”, ndt), che Wilkipedia definisce come “operazioni segrete destinate a ingannare il pubblico in modo tale da fare apparire che dette operazioni siano realizzate da altre entità”. I “falsi flag” sono dunque delle menzogne, diversioni, sovversioni, disinformazioni grossolane e deliberate della verità, utilizzate come tattica di propaganda per fare accettare l’inaccettabile. Si troveranno sempre delle ragioni “logiche” per questo, dal momento che la storia ci mostra che si è passati dalla “civilizzazione” alla “evangelizzazione”, “progresso”, “sicurezza”, “democrazia”, “libertà”, “diritti dell’uomo”, inventando i pretesti “ADM”, “protezione dei civili”, “aiuti umanitari”, “ingerenza umanitaria”.


La Jugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Somalia, il Sudan, la Costa d’Avorio, la Tunisia, la Libia, lo Yemen, il Bahrein, il Mali, l’Egitto  e la Siria sono, fino ad oggi, i paesi vittime della loro strategia funesta di dominazione che consiste sia nello strumentalizzare le rivolte legittime contro il malgoverno e la corruzione dei governanti piegandole all’obiettivo di sostenere i loro vassalli o farli sostituire da simili, sia nel far cadere i regimi refrattari ai loro progetti, fomentando rivolte per distruggerli.

Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024