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 Siria, gennaio 2012 - La Henry Jackson Society, un think tank dell’imperialismo liberale britannico, ha appena pubblicato il suo piano per una invasione anglo-americana della Siria. Una simile operazione, per la realizzazione della quale Londra si sta molto impegnando, precipiterebbe il mondo verso un conflitto nucleare tra gli Stati Uniti e la Russia...








Solidarité et Progrès, 27 dicembre 2011 (trad. Ossin)


La Henry Jackson Society di Londra pubblica il suo piano per l'invasione della Siria

La Henry Jackson Society, un think tank dell’imperialismo liberale britannico, ha appena pubblicato il suo piano per una invasione anglo-americana della Siria. Una simile operazione, per la realizzazione della quale Londra si sta molto impegnando, precipiterebbe il mondo verso un conflitto nucleare tra gli Stati Uniti e la Russia. La H.J.S. è stata fondata a Cambridge nel 2005 da membri dell’establishment imperialista inglesee i loro discepoli neo-conservatori USA.

Nello scenario delineato, questi partigiani di Scoop Jackson (un senatore USA guerrafondaio del periodo maccartista) propongono alla NATO o ad una coalizione anglo-franco-statunitense-turca, di cominciare con una campagna di attacchi aere preventivi allo scopo di neutralizzare le difese antiaeree della Siria, seguita da ridotte operazioni di terra. Le SAS britanniche e le forze speciali degli Stati Uniti, della Turchia e del Qatar si dispiegherebbero in modo coordinato con le forze ribelli, al fine di stabilire una “zona di sicurezza in Siria” – una “Bengasi siriana” – che serva da base operativa per gli insorti e dove sarebbero installate attrezzature di criptaggio e telecomunicazioni, soprattutto per diffondere dei programmi radio-televisivi “Siria libera”.

Per quanto riguarda la giustificazione legale dell’attacco, la HJS suggerisce: “Una risoluzione ONU anche solo di critica del regime di Aassad potrebbe sempre essere utilizzata come pretesto per un intervento”. Ma giacché la Russia e la Cina bloccherebbero ogni decisione del Consiglio di sicurezza, prosegue il documento, l’Assemblea generale dell’ONU potrebbe invocare la risoluzione 377A di “Unione per il mantenimento della pace”, utilizzata nel 1950 per autorizzare il ricorso alla forza in Corea malgrado il veto sovietico.

Naturalmente il rapporto afferma che i rischi sono quasi nulli giacché l’esercito siriano è debole, invecchiato e demoralizzato; sarà sufficiente impedire l’infiltrazione delle forze di Hezbollah sul versante libanese e di forze sciiti sul versante iracheno. Inoltre la HJS afferma che la Russia non si impegnerà mai militarmente in caso di conflitto, e che la presenza delle sue navi da guerra ha solo valore di un “atteggiamento psicologico” tendente a dissuadere la NATO. Indebolito dalla contestazione e posto di fronte alla 6° flotta USA, Putin non si impegnerebbe mai in una “prova di forza internazionale”. La HJS promette tutt’al più dei “disagi politici”; una semplice “pressione USA, inglese ed europea dovrebbe essere esercitata sul Cremlino perché ritiri le sue forze navali dalla Siria”. E promette che il rovesciamento del regime di Assad “sarà verosimilmente accolto con riconoscenza”.

Si tratta quindi di precipitare i governi occidentali in un conflitto mondiale facendo loro intravvedere, come già accadde per l’Iraq e l’Afghanistan, una operazione facile per andare ad uccidere un cattivo, alla vigilia di elezioni che vedono sia Obama che Sarkozy in calo di popolarità. E il problema più grave è che
l’alleanza anglo-USA è già all’opera in Turchia per realizzare questo scenario.  Ma come accadde in Libia, un intervento in Siria (e anche in Iran) è impossibile senza le forze USA, il modo migliore per fermare questa escalation verso un conflitto mondiale è quindi di cacciare quel presidente folle e narcisista che è Obama.