Counterpunch, 10 agosto 2018 (trad.ossin)
 
C'è un rapporto tra i 12000 soldati USA e i 500000 rifugiati africani in Italia?
Aidan O'Brien 
 
Perché spetta a noi rispondere a questa domanda? Perché gli Italiani non ne sono capaci. L’euroscetticismo dilaga in Italia. Ma non c’è NATOscetticismo né USAscetticismo. Il personaggio Trump sconcerta senz’altro gli Italiani, ma la presenza dell’esercito USA nella penisola italiana è una vacca sacra

 

 
Il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio
 
La macchina bellica USA si sviluppa in Italia allo stesso ritmo del numero dei rifugiati – quei rifugiati che tanto esasperano Roma. Il collegamento, però, tra l’una e l’altra cosa è del tutto assente dal dibattito pubblico in Italia.
 
In effetti, in tutta Europa, il rapporto tra basi militari USA e i rifugiati viene ignorato. A quanto pare, la cecità è la risposta preferita degli ufficiali europei alla crisi dei rifugiati. Di conseguenza, l’ostilità popolare che si manifesta in Europa verso i migranti nordafricani e medio orientali contrasta con il sacro silenzio che circonda la presenza dell’esercito USA.
 
E’ come se la crisi dei rifugiati fosse un mistero metafisico – come se non avesse delle cause. Si potrebbe pensare che le guerre che hanno provocato i movimenti di popolazione verso l’Europa dovrebbero spingere gli Europei a prendersela con chi queste guerre le ha volute. Ma sarebbe troppo razionale per gli Europei di oggi. L’Europa preferisce mettere in dubbio la buona fede delle vittime della guerra, piuttosto che dei guerrafondai USA.
 
L’ultimo fiasco politico in Italia ne è un esempio lampante. Le ultime elezioni legislative in Italia (marzo) alla fine hanno prodotto, in maggio/giugno, un governo egemonizzato dal movimento anti establishment 5 stelle. Tuttavia lo spirito di ribellione contro lo status quo italiano che li aveva portati al potere si è immediatamente trasformato in diatriba razzista.
 
A guidare questa deriva è stata la Lega Nord – partner di una coalizione col Movimento 5 stelle. Il capo della Lega – Matteo Salvini – è l’ultimo “duro” della politica italiana. In qualità di nuovo ministro dell’Interno, è in grado di scegliersi gli avversari. E, senza che il Movimento 5 stelle battesse ciglio, Salvini ha preso a bersaglio le persone più deboli del mondo – i rifugiati africani in viaggio su imbarcazioni di fortuna lungo il Mediterraneo, verso l’Italia.
 
A giugno, una nave chiamata Aquarius – noleggiata da una ONG francese – portava a bordo 630 rifugiati africani e voleva attraccare in un porto italiano. Salvini ha detto no. E il resto dell’Italia era d’accordo. L’Italia aveva ufficialmente girato le spalle ai rifugiati di guerra africani.
 
Il fatto sinistro, però, è che l’Italia resta abbracciata alla macchina da guerra USA che crea i rifugiati di guerra africani. Nonostante la nuova leadership « ribelle » dell’Italia e la nuova immagine « dura », l’Italia continua ad essere un sottomesso membro di terza classe dell’Impero USA. In altri termini, l’Italia di oggi è capace di mostrarsi « dura » nel Mediterraneo con i rifugiati africani. Ma di fronte alla macchina da guerra mediterranea degli Stati Uniti, l’Italia si mostra vigliacca.
 
La prova è nei numeri. Un blog del 2007 elencava 113 basi militari USA in Italia. In queste basi c’è di tutto, dai sottomarini ai bombardieri, dai radar alla fanteria. E nel 2017 il Pew Research Center ha pubblicato le cifre (del 2016) del personale militare statunitense in servizio attivo all’estero. L’Italia è al quarto posto per numero di soldati statunitensi presenti sul suo territorio: 12 088. Solo il Giappone (38 818), la Germania (34 602) e la Corea del Sud (24 189) hanno una presenza militare statunitense superiore. Tuttavia questi tre paesi si trovano da decenni sulla linea del fronte della Guerra Fredda. L’Italia no.
 
Allora come mai l’Italia ospita la quarta più grande guarnigione statunitense al mondo ? Perché l’Italia ospita tanta parte dell’equipaggiamento militare e del personale militare necessari alle forze d’attacco USA ? Come mai la presenza USA in Italia è maggiore che in Afghanistan, in Iraq, in Gran Bretagna o in Qatar? E perché in Italia se ne parla così poco?
 
Il sottotitolo di un articolo di TomDispatch.com del 2013 spiega tutto. « Come il Pentagono usa i soldi dei contribuenti per fare dell’Italia una rampa di lancio per le guerre di oggi e di domani ». L’autore di questo articolo, David Vine, spiega cosa significa per l’Italia la « guerra contro il terrorismo » statunitense e la « attenzione per l’Africa » degli Stati Uniti. (Vine calcola solo 59 basi USA in Italia).
 
Dal 2000 gli Stati Uniti hanno trasformato la penisola in un pugnale puntato contro il Mediterraneo in generale, e l’Africa in particolare. Africom e le guerre contro l’islam hanno cambiato il rapporto degli USA con l’Italia. Nel 2005, la Marina USA ha trasferito il suo quartiere generale da Londra a Napoli. Nel 2008, l’esercito USA in Africa (USARAF) ha aperto sedi vicino a Venezia (Vicenza). E la Sicilia (la base di Sigonella, vicino Catania) è diventata un centro importante di droni USA e di altri aerei di attacco e di sorveglianza per l’Africa.
 
Svanita la minaccia sovietica negli anni 1990 in Europa, è sorta la necessità di trovare nuovi nemici negli anni 2000. Bisognava inventare nuove guerre. Gli USA non potevano consentire che l’Europa ritrovasse la sua libertà. E siccome la posizione geografica dell’Italia è strategicamente unica (per lei una benedizione e una maledizione), l’esercito USA vi si è piazzato come un parassita. L’Italia è diventata l’Okinawa dell’Europa.
 
Si potrebbe dire che tutto questo era scritto nelle stelle (nelle Cinque Stelle?). Gli Stati Uniti sono nel DNA dell’Italia contemporanea. Fu quell’infame statunitense di Allen Dulles a gestire e manipolare la nascita dell’Italia del dopoguerra. Dulles, che nel 1945 correva lungo le rive del lago di Como, nel nord Italia, per salvare i nazisti catturati dai partigiani, racconta lui stesso quella nascita (leggi The Devil's Chessboard di David Talbot). E poi la situazione ha continuato ad aggravarsi.
 
Sessantasei governi dopo, a dirigere le danze è un ragazzo che vuole che i rifugiati di guerra africano anneghino nel Mediterraneo. Mentre solo l’idea che degli Africani disperati possano entrare in Italia sembra inorridire Matteo Salvini – non sembra per nulla disturbarlo il fatto che un esercito straniero « in guerra con l’Africa » abbia basi in Italia. C’è qualcosa che non funziona.
 
Non c’è logica nell’attaccare il sintomo (i rifugiati) ignorando la causa (la guerra). A meno che, ovviamente, la causa non sia parte della struttura. In tal caso è logico proteggere la causa, altrimenti la struttura crolla. Ecco la situazione assurda in cui si trova l’Italia oggi. La sovranità che pretende di difendere ingloba la presenza di una potenza straniera profondamente nociva per il paese.
 
Lo slogan di Salvini « Prima gli Italiani » significa in realtà « Prima l’esercito USA », « Dopo gli Italiani » e « Ultimi i rifugiati africani ». Ecco la realtà dell’Italia di oggi. E il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini fanno parte di questa realtà. Questi nuovi partiti politici non sono ribelli, ma compatibili. Non rappresentano una minaccia per « l’Italia » creata da Allen Dulles. E non rappresentano una minaccia per il mondo creato da Allen Dulles.
 
Bloccato in una struttura militarizzata sulla quale è scritto dovunque « Made in the US Empire » –  con inchiostro invisibile, perché le basi statunitensi sono protette dai media del paese – gli Italiani di oggi sbagliano oggi il bersaglio della loro rabbia e confusione.
 
E siccome si tratta di un problema strutturale profondo, la soluzione non può essere una falsa ribellione, ma una v era rivoluzione. La rivoluzione sarebbe considerare i rifugiati africani come alleati politici invece che dei problemi sociali. Qualcosa su cui stia scritto dovunque « classe operaia ».
 
 
Aidan O'Brien vive a Dublino, Irlanda
 
 
 
Torna alla home
Dichiarazione per la Privacy - Condizioni d'Uso - P.I. 95086110632 - Copyright (c) 2000-2024