Parstoday, 31 dicembre 2017 (trad.ossin)
 
Iran: progetto di destabilizzazione israelo-USA
Redazione
 
L’editorialista domenicale del giornale Rai al-Youm ha scritto che « l’Iran è un paese democratico dove il popolo può esprimersi liberamente e scendere in piazza per protestare contro il governo, ma che non si potrebbe mai vedere qualcosa del genere nei paesi arabi del bacino del Golfo Persico ».
 
Trump e Netanyahu
 
I media e le reti sociali in alcuni paesi arabi costieri del golfo Persico si sono rallegrati per le recenti manifestazioni di protesta sociale in Iran, e ciò nonostante il fatto che nei loro paesi i cittadini non hanno alcun diritto di protestare e molti militanti politici, giuristi e personalità religiose si trovano attualmente dietro le sbarre per le loro prese di posizione a proposito della crisi tra il Qatar e alcuni paesi arabi, tra cui l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e Bahrein.
 
« I loro cittadini rischiano almeno 15 anni di prigione per avere scritto un poema o un messaggio nelle reti sociali contro i responsabili del governo, e per avere richiesto riforme minimali », ricorda il giornale.
 
L’editorialista di Rai al-Youm ci dice che le forze di sicurezza in Iran non hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e che, se manifestazioni di questo tipo avessero avuto luogo nelle capitali dei paesi arabi, decine di persone sarebbero rimaste uccise o ferite nelle strade dalle forze di sicurezza.
 
Secondo il giornale, la difficile situazione economica che l’Iran si trova a fronteggiare è dovuta in primo luogo al blocco commerciale e alle dure sanzioni economiche imposte, lungo tutti gli ultimi trenta anni, dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
 
« L’Iran non ha potuto esportare il petrolio al massimo delle sue possibilità, se non dopo la firma dell’accordo sul nucleare con i 5+1 », ha fatto notare.
 
Il giornale ci ricorda che perfino il tasso di disoccupazione in Iran è meno elevato che in Arabia Saudita, paese considerato il più grande esportatore di petrolio del mondo. Le statistiche mostrano che più di un milione di cittadini sauditi rivendicano dal governo la concessione di sussidi di disoccupazione.
 
L’articolo ritiene che i manifestanti iraniani siano autorizzati a manifestare in piazza e a criticare I dirigenti, senza essere sottoposti alla repressione da parte delle forze di sicurezza.
 
Non esclude però il coinvolgimento di forze straniere negli attuali disordini, tanto più che la Casa Bianca ha reso noto, venerdì scorso, un accordo segreto statunitense-israeliano nello scontro con l’Iran.
 
« Patti segreti per colpire la sicurezza e la stabilità interna del paese, vi sono stati negli ultimi 70 anni nei confronti di tutti i paesi arabi che si sono opposti a Tel Aviv e all’appoggio statunitense a Israele. Non è dunque un caso se l’Iraq, la Siria, la Libia, l’Algeria e lo Yemen siano stati le maggiori vittime di questi progetti », ha concluso il giornale.
 
 
 
 
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