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Caccia ai Ruandesi a Yaoundé


Ogni mattina gli abitanti del quartiere Nsam a Yaoundé si svegliano sul chi vive. Sette giorni dopo lo sfortunato incidente che è costato la vita a Daniel Brice Evina (25 anni), l’atmosfera è diventata subito carica di tensione, soprattutto in prossimità del negozio “ETS G.D. Elshadai”, posto all’ingresso  del raccordo che porta alla scuola privata laica bilingue “Le Déclic”. Qui nessuno vuole parlare di quanto è avvenuto, meno che mai con la stampa, per paura – ci hanno detto – di essere bollati come “amici dei Ruandesi che hanno ucciso nostro fratello” e di cacciarsi in qualche guaio. I rari coraggiosi che si assumono il rischio di sciogliere la lingua, non sono sfortunatamente molto loquaci. “Tutto quello che posso dire è che la situazione qui ad Ahala è calda. I ragazzi vogliono solo farla finita con i Ruandesi. E noi siamo di tutto cuore con loro”, mormora un abitante che ha chiesto di restare anonimo. Da lunedì 10 maggio 2010, infatti, elementi della Compagnia della Gendarmeria di Yaoundé sono stati dispiegati per assicurare la sicurezza dei beni e delle persone, ma soprattutto per raffreddare questa atmosfera di guerriglia che, secondo le forze dell’ordine, si starebbe furtivamente preparando nelle capanne dei Camerunesi che abitano nel quartiere.
Infatti nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 maggio, degli individui segnalati come Camerunesi hanno saccheggiato una buona parte dei negozi di proprietà di residenti ruandesi che si trovavano nella località chiamata “Nsam dopo lo scalo”. Il capitano Mahop, aggiunto del comandante della compagnia della brigata di gendarmeria di Yaoundé II spiega: “Informati, io e due gendarmi ci siamo recati sul posto. Ivi giunti, abbiamo sorpreso tre individui, due ragazzi e una ragazza, intenti a derubare una delle boutique. Li abbiamo interrogati ed abbiamo appreso che avevano altri complici che li avevano aiutati nell’impresa. Così siamo riusciti ad acciuffare altri tre individui che si trovano attualmente in stato di fermo presso la gendarmeria di Mvog-Betsi, dove l’inchiesta prosegue il suo corso”. Il capitano aggiunge che le ultime notizie provenienti dal quartiere Obam-Ongala (vero nome del quartiere dove si è consumato il dramma) raccontano di giovani che si sono accordati per saccheggiare tutti gli altri negozi di proprietà di Ruandesi. Sarebbe – dicono – la loro maniera di vendicare l’assassinio del loro giovane fratello freddamente assassinato.

Tragedia
In effetti la scabrosa storia risale a venerdì 7 maggio 2010. Daniel Brice Evina ha perso la vita dopo una discussione con Innocent Ruzigaminturo e il suo giovane fratello, proprietari del negozio “Ets G.D. Elshadai”. Oggetto della lite ci dicono, sarebbe stato un volgare debito di 50 Fcfa contratto qualche giorno prima dal giovane Brice, di mestiere muratore. Sono circa le 14, quando Daniel Brice si reca al negozio con una banconota di 100 Fcfa. Il giovane – raccontano – vuole pagare il debito di 50 Fcfa e, col resto, comprare delle sigarette. Nel negozio trova il fratello minore di Innocent Ruzigaminturo, cui consegna la banconota da 100 Fcfa. Mentre attende di essere servito, Daniel Brice viene chiamato da alcuni conoscenti coi quali si intrattiene per un lavoro da effettuare in un cantiere vicino al quartiere. Tornato al negozio per prendere le sue sigarette, trova Innocent Ruzigaminturo, che per prima cosa reclama il pagamento del debito di 50 Fcfa. Daniel Brice spiega di aver già saldato il debito con il fratello minore del rifugiato ruandese. Il quale nega tutto.
I toni si accendono e il camerunese viene buttato fuori dal negozio.  Invece di restituirgli il suo denaro, riporta il quotidiano Mutations nel numero 2653 di martedì 11 maggio 2010, “Daniel Brice viene tramortito con una sbarra di ferro sul cranio. Gli viene tagliata la mascella con un coltello. Tale è lo shock e così rudi i colpi, che la vittima vacilla; ma resta cosciente. Viene soccorso da un amico cui racconta cosa è accaduto. Quest’ultimo tenta di fargli intendere ragione quando Daniel Brice manifesta l’intenzione di tornare a prendersi la sua banconota da 50 Fcfa. Si tratta di uno sforzo fisico eccessivo. La vittima viene presa da vertigini e vomita sangue. Sanguina dal naso, oltre all’emorragia provocata dal profondo taglio alla mascella. Daniel Brice Evina viene condotto in un centro sanitario non lontano da casa sua, dove trascorrerà la notte tra venerdì e sabato in coma. Trasferito prima all’ospedale del distretto sanitario di Efoulan, poi all’ospedale centrale di Yaoundé, viene infine trasportato al Centro ospedaliero universitario (CHU), dove muore sabato mattina.
 Apprendiamo che dopo il dramma, Innocent Ruzigaminturo, che ci dicono essere un ex capitano dell’esercito ruandese, si è presentato alla brigata della gendarmeria di Efoulan dove ha dichiarato di avere reagito all’azione di un bandito. Il Ruandese non ha subito altri fastidi ed è stato lasciato in libertà. Ed è proprio questo fatto che ha scatenato la collera dello zio del morto, il sig. Efouba, capo del quartiere, che era andato nei locali della gendarmeria per assicurarsi che i carnefici di suo nipote Daniel Brice Evina fossero stati arrestati. E’ stato uscendo dai locali della brigata che ha notato Innocent Ruzigaminturo che infilava velocemente un taxi. Il Ruandese è stato inseguito da Efouba al volante della sua auto. Grazie al suo intervento, la gendarmeria potrà arrestarlo, mentre il fratello minore di Ruzigaminturo è latitante. Distrutti dal dolore, i genitori di Brice chiedono che venga fatta luce su questo omicidio, che qualcuno già teme possa trasformarsi in un incidente diplomatico. Caso da seguire…

Fonte: Le Messager – Christian Tchapmi