La Liberté, 12 maggio 2012 (trad. Ossin)



Eccezione algerina
Outoudert Abrous


Da queste elezioni legislative che hanno fatto scorrere molto inchiostro e delle quali il Presidente ha fatto quasi un fatto personale per il suo diretto coinvolgimento, vi sono almeno due insegnamenti da trarre.

Il primo che salta agli occhi, è questa eccezione algerina che non ha niente a che vedere con le letture e le speculazioni relative al mondo arabo e le rivoluzioni che hanno scosso questo paese. I dati lo confermano. Il diluvio islamista non è alle porte e il suo spauracchio, oramai alle nostre spalle, non è che un cattivo ricordo. I cittadini, più maturi di quanto si pensi, hanno fatto la scelta che considerano più giusta e più logica: stabilizzare e normalizzare il paese.

Le fanfaronate e le minacce degli islamisti non hanno più presa nella società e nemmeno tra la gioventù.

Il secondo, e non meno importante, è il tasso di partecipazione, tutto sommato corretto per questo tipo di appuntamento elettorale. Approfittando del lato sentimentale degli Algerini, il Presidente vi ha molto contribuito. Ma questo invito accolto ha un prezzo, è quello che cambiamento promesso e del ricambio adesso, perché il futuro si coniuga al presente. Anche se la Costituzione gli assicura ancora prerogative esorbitanti, Bouteflika deve procedere il più in fretta possibile al cambiamento, a cominciare dall’Esecutivo, come prova della sua effettiva volontà a passare la mano. Ed è qui che lo aspettano tutti quelli che credono in un nuovo inizio, in una dinamica di cambiamento. Per quanto paradossale possa sembrare, sia i votanti che gli astenuti (dal momento che l’astensione era una posizione politica), vale a dire tutti i cittadini in età di voto attendono questo cambiamento che il Presidente è costretto a mettere in atto seriamente se non vuole che la sua credibilità si sgretoli al termine di tre mandati, l’ultimo dei quali era di troppo. Per questo il Presidente non deve lasciarsi incantare dal canto delle sirene del suo clan e delle diverse lobby che tenteranno di blandirlo sulle sue capacità e di imprigionarlo nella camiciola FNL-RND, per proseguire nella continuità.

Si attendono dei gesti forti, come il rinnovamento del personale politico, l’apertura del mercato audiovisivo, il sostegno alle iniziative creatrici di ricchezza e lavoro, lotta reale alla corruzione e la restituzione allo Stato del suo ruolo di controllo e regolamento, e non di gestione… di hotel e fabbriche di mattoni. 

 

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